Piazza San Carlo è chiamata il “salotto della città” per via della sua eleganza e dei suoi portici. Data la sua posizione centrale è stata a lungo il centro della vita politica e aristocratica di Torino e i numerosi bar e caffè presenti nella Piazza sono meta di Reali, nobili e scrittori. Sulla piazza affacciano le due chiese di Santa Cristina e San Carlo, le cosiddette “gemelle” vista la somiglianza, anche se le facciate sono state realizzate a più di un secolo di distanza una dall’altra.
È una tappa obbligata se vi trovate in città e se ne avete la possibilità vi consiglio una passeggiata a piedi per tutta la piazza per ammirare gli splendidi palazzi che la circondano. Uno dei più interessanti della piazza è palazzo Trecésson, al numero 182, passato poi di proprietà dei conti Pastoris quindi dei Lovera di Maria, della contessa di Saluzzo, dei Denina ed infine dell’Istituto della Previdenza Sociale.
Cosa ha di interessante un palazzo signorile nel cuore della più elegante piazza di Torino? Ve lo racconto io, ma andiamo con ordine.
Nella seconda metà del ‘600 Palazzo Trecésson è la dimora in città dell’avvenente marchesa Jeanne-Marie de Trecésson. Jeanne-Marie è nata a Campénéac, nella regione della Bretagna, il 21 dicembre del 1634 ed è una bella ragazzona, piuttosto in carne, con la pelle chiara e burrosa. È dama di compagnia di Cristina Maria di Borbone-Francia, moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia principe di Piemonte.
A corte ha conosciuto il duca Carlo Emanuele II, futuro erede al trono, e ne è nata una storia d’amore che dura da tempo. La marchesa ha anche dato tre figli al futuro principe, tutti ovviamente non riconosciuti. Carlo Emanuele ha risolto l’imbarazzo facendo sposare Jeanne-Marie con il marchese Pompilio Benso di Cavour, antenato del Camillo statista, che ha accettato, sebbene non troppo volentieri, di accollarsi la paternità dei figli del duca.
Del resto Carlo Emanuele è piuttosto focoso: Jeanne-Marie deve dividere il ruolo di amante ufficiale con Gabrielle di Mesmes de Marolles, contessa delle Lanze, che ha dato due figli, sempre non riconosciuti, al giovane conte e poi ci sono diverse amanti non ufficiali e le semplici popolane con cui l’uomo si intrattiene. Eppure il popolo lo chiama malignamente “Carlina” perché corre voce che sia un po’ effeminato. Piazza Carlo Emanuele II ancora oggi viene chiamata Piazza Carlina dai Torinesi e il soprannome è talmente riconosciuto che da qualche anno nelle mappe hanno iniziato a scriverlo al posto del nome vero.
Il duca inoltre è sposato con Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, una donna molto gelosa e, secondo le malelingue, piccatissima. La duchessa, che mal tollera le scappatelle del marito, ha già convocato la bella marchesa a corte per intimarle di lasciare il Piemonte. Tuttavia non ha dato seguito alle sue minacce e pochi giorni dopo ha trovato il marito a letto con l’amante. Ne è seguita una scenata burrascosa a causa della quale, per qualche settimana, i due amanti hanno smesso di vedersi.
È proprio per via della lontananza che l’esuberante marchesa ha stretto amicizia con il suo vicino di casa, il marchese François Wilcardel de Fleury. François è alto e biondo, è ufficiale della Guardia e abita nell’attiguo palazzo Wilcardel de Fleury, oggi palazzo Turinetti di Pertengo. È un uomo affascinante e un incallito rubacuori. Oltretutto è pieno di ingegno: fa abbattere una porzione della parete divisoria che separa la sua dimora da quella della bella marchesa e la sostituisce con un armadio che si apre da entrambi i lati. In questo modo i due amanti possono andare a venire liberamente e vivere le loro passioni senza impedimenti.
A scoprire la tresca è uno staffiere francese, Francesco Cornavin, che mentre presta servizio alle dipendenze della marchesa si accorge dell’insolito armadio. Pensando di poter trarre beneficio dalla sua scoperta, lo stalliere si reca a corte, certo di poter parlare con il duca. Arrivato a Palazzo Reale, non gli riesce tuttavia di avere udienza con il duca e si deve accontentare di riferire i fatti al conte Caresana, primo paggio reale, pregandolo di riferire tutto al sovrano.
Il Caresana, tuttavia, non reputa conveniente raccontare al duca una vicenda così scomoda, che tra l’altro coinvolge l’amante preferita del sovrano, e preferisce avvertire dei fatti il marchese de Fleury. Questo, con un pugno di fedeli soldati del suo drappello, sequestra il Cornavin all’uscita di palazzo Trecésson, lo trascina nei pressi di Caselle e lì lo uccide, sfigurandone il cadavere per ritardarne l’identificazione.
Il corpo del poveretto viene ripescato pochi giorni dopo sulle rive della Stura: presenta un colpo di pistola sotto l’ascella e tagli sul collo. Carlo Emanuele II è molto preoccupato: uno staffiere al servizio della sua amante non può fare una simile sorte e chiede di indagare in modo approfondito. La verità emerge quasi subito: Cornavin è stato arrestato in Piazza San Carlo sotto gli occhi di tutti e in molti hanno riconosciuto gli uomini del marchese de Fleury.
Il collegamento tra l’omicidio e i rapporti tra i due vicini di casa non tarda ad arrivare. Il sovrano è furioso con il marchese non solo per aver insidiato la sua amante ma soprattutto per avergli mancato di rispetto facendosi giustizia da solo. Senza riguardo per i titoli nobiliari e senza alcun tipo di favoritismo, condanna a morte gli autori materiali dell’omicidio e al carcere a vita il marchese de Fleury. La bella Jeanne-Marie de Trecésson subisce l’umiliazione di essere ripudiata ed esiliata definitivamente dal Piemonte.
Si definisce una donna innamorata: innamorata della propria famiglia, del proprio lavoro, della vita. Innamorata del suo Andrea. Viaggia spesso per lavoro e piacere e nel poco tempo libero ama leggere, scrivere e collezionare intimo con cui stupire il suo lui.
Architetto e scrittrice, di base a Milano, vive e lavora gran parte dell’anno nella Penisola arabica dividendosi fra la passione per il design e quella per la scrittura.
La trilogia “Il mio Andrea” sorprende il pubblico con un romanzo autobiografico di profonda introspezione che porta il lettore per mano nei difficili meandri dell’amore incestuoso.
Liberatevi da ogni preconcetto e non potrete non amare i suoi personaggi. Calatevi senza pregiudizi nelle sue storie d’amore in cui il sesso, tanto, di qualità e ben raccontato, sarà di ispirazione per i vostri rendez-vous più peccaminosi.