Sensazioni

Sensazioni è una raccolta di racconti erotici scritta a quattro mani con il mio Andrea tantissimi anni fa. Si può dire che si tratta di un’opera giovanile, perché in effetti eravamo davvero molto giovani quando l’abbiamo scritta. Per una serie di circostante, indipendenti dalla nostra volontà, fummo costretti a trascorrere un periodo separati e la lontananza, unita alla mancanza di sesso a cui ero solita, mi rese inquieta e capricciosa.

La notte dormivo poco e male, ero ossessionata dalle visioni dei nostri corpi intrecciati, immaginavo le sue labbra sulle mie, sognavo i nostri orgasmi e mi svegliavo con un senso di frustrazione sempre crescente. Mi masturbavo pensando a noi due almeno un paio di volte per notte: appena mi infilavo sotto le coperte, nella speranza di allentare la tensione che mi teneva sveglia, e quando mi svegliavo per via dei tormenti che la sua assenza portava nei miei sogni. Non riuscivo tuttavia a trovare un vero sollievo: ero troppo abituata al sesso di qualità per potermi accontentare delle mie dita e della mia fantasia.

Una notte in cui ero più inquieta del solito mi trascinai fuori dal letto e scrissi un lungo racconto erotico in cui riversai tutte le mie fantasie su di noi, su cosa avrei voluto fargli e su come avrei voluto essere scopata se lui fosse stato lì con me. Lo confezionai di getto nel corpo di una email e senza rileggerlo lo inviai al mio Andrea sperando di eccitarlo come mi ero eccitata io a scriverlo. Il mattino successivo, mentre attendevo una sua telefonata o un suo messaggio di risposta al mio racconto, mi baloccai con l’idea di quante altre cose avrei voluto fargli la notte precedente e mi approcciai al computer per riversare le mie fantasie in un nuovo racconto. Nella posta elettronica trovai una sua email con la continuazione del mio racconto.

Il mio Andrea era ripartito dal mio racconto e aveva sviluppato una nuova storia. E il suo racconto, al pari del mio, era terribilmente eccitante. A darmi un surplus di eccitazione c’era la consapevolezza che i personaggi del suo racconto, seppure con nomi e storie diverse, eravamo noi. Mi bagnai terribilmente leggendo tutte le cose che lui avrebbe voluto fare con il mio corpo e mi ritrovai a rileggerlo per la seconda volta, più lentamente, mentre mi massaggiavo dolcemente il clitoride. Venni meravigliosamente, con tre onde lunghe e regolari che mi lasciarono appagata e sognante per diverse ore.

Quando mi ripresi dal mio orgasmo preparai la risposta. Partendo dal suo racconto feci evolvere la storia, senza particolari erotici questa volta. Volevo trovare una giusta dimensione per i personaggi del racconto, per noi due, inserirli in un contesto meno semplice della camera da letto. Sentivo il bisogno di dargli una vita dove potessero incontrarsi e amarsi.

La cosa funzionò perché il suo racconto successivo portò la storia ad evolversi quasi in modo autonomo. Leggevo le sue parole e mi immedesimavo nei nostri personaggi, curiosa di cosa avrebbero fatto. Introducemmo nuovi personaggi, arrivai a tifare per un paio di loro e quando uscirono di scena ne fui delusa. Il mio Andrea mi soprese introducendo una numerazione ai nostri racconti e poi scrivendone un paio cronologicamente antecedenti al primo racconto. Io gli andai dietro provando a ricostruire il passato come un lungo flashback. Mi divertii moltissimo.

Per un decennio sono rimasti nascosti in una porzione del mio computer; ne feci diverse copie per paura di perderli. Poi li pubblicai in ordine sparso in un libretto che gli regali per il suo trentesimo compleanno. Approfittammo di un viaggio per rileggerlo insieme e fu un momento molto tenero. Ci cacciarono dall’Hilton perché una notte, sull’onda dell’eccitazione, scopammo nella piscina dell’hotel come i due protagonisti.  

Da qualche anno sono scaduti i diritti che avevo ceduto alla casa editrice che pubblicò il libretto. Rileggendolo ho faticato a riconoscermi in quelle pagine, in parte perché, come detto, sono frutto di un lavoro a quattro mani, in parte perché nel mentre il nostro rapporto e la consapevolezza di noi sono cresciuti rafforzandosi con il tempo.

Dal momento che la gelosia, se non nei suoi confronti, non è un sentimento che mi appartiene ho deciso di ripubblicarli, questa volta on line, nell’ordine cronologico che due ragazzi, poco più che adolescenti, decisero di dargli durante una strana estate di tanti anni fa. Il mio messaggio a chi legge è di farlo con gli occhi e la mente sgombri.