Quanto tutto è iniziato

Essere una mamma, una moglie ed una professionista, nella vita di tutti i giorni non lascia ai pensieri libertà di fluire ed organizzarsi in modo compiuto; c’è sempre un rumore di sottofondo, qualcosa da fare, qualcuno con cui interagire, che parcheggia quello che vorrei essere a favore di quello che devo essere. Eppure sono una persona pratica ed organizzata, con i piedi ben piantati in terra ed una lunga esperienza di analisi introspettiva. Sentivo tuttavia la mancanza di una realizzazione compiuta dei miei stessi sentimenti. Mettere in fila le cose in sequenza organizzata, come si fa in una progetto architettonico. Perdonate la deformazione professionale, ma la confusione alimenta le mie insicurezze e dal mio cuore ho bandito il caos quando ho temuto che potesse dominarmi.

È nato così Il mio Andrea. L’ho scritto durante un viaggio di lavoro, in completa solitudine. All’inizio l’ho vissuto come la suprema dichiarazione d’amore che non avevo mai avuto il coraggio di fare. Chi mi conosce, chi mi sta intorno, dice che sono brava con le parole, ma io so che, quando si tratta del mio Andrea, non ho mai usato del parole del cuore. Volevo concentrare in un unico spazio i miei sentimenti e le mie mancanze. Non avevo certo intenzione di farlo leggere a qualcuno: negli anni ho imparato che le riflessioni dedicate al mio Andrea devono restare immancabilmente inespresse. Eppure nel libro prendevano forma. Non sempre è stata la forma dettata dal cuore, perché quello ho imparato a soffocarlo e rimetterlo in moto mi costa fatica, ma era la forma che i miei ricordi plasmavano intorno ad esso.

Un po’ ci ho preso gusto: ho percorso il viale dei ricordi e mi sono sentita di colpo felice. Non che non lo fossi anche prima, ma dalla mia felicità mancava una certa dose di gioia. Ecco: ero gioiosa. Sono tornata dal mio viaggio carica di energia e pensieri positivi. Il primo che ha notato il cambiamento è stato il mio Andrea, ma anche mio marito e le mie figlie se ne sono accorti. Se da qualche parte esiste una ghiandola della gioia, il mio corpo continuava a spremerla e distillarne concentrato in gran quantità. Un paio di mamme che frequento per via delle mie figlie mi hanno chiesto del mio viaggio. Una di loro, più sfrontata, mi ha chiesto se avessi un amante.

Con il mio Andrea il segreto non è durato a lungo: ha letto il groviglio finalmente ordinato dei miei pensieri più e più volte e mi ha abbracciato forte come se non volesse più staccarsi da me. In quel momento la gioia ha raggiunto livelli altissimi e mi sono lasciata abbracciare in silenzio. Non ci siamo detti che ci amiamo: questo lo sappiamo entrambi e sarebbe stato banale. Ma era importante che fosse finalmente codificato da qualche parte e questo ci ha fortificato. Quando gli ho detto che avevo intenzione di pubblicarlo mi ha baciato a lungo e poi si è messo al lavoro sui dettagli, valutando le alternative disponibili. Quando ho visto la pagina dove era possibile acquistarlo ho tirato un sospiro di sollievo. Non ho mai avuto incertezze. Sapevo che la strada sarebbe stata ancora più in salita ma ero entusiasta di percorrerla.