Sensazioni
Cap 12 - La masturbazione
Chè Caldo, Freddo, Umido e Secco,
quattro fieri campioni, lottano per il predominio.
John Mi/ton, Il Paradiso Perduto
A fine serata i quattro erano seduti su un divanetto sistemato sulla terrazza della discoteca, intenti a godersi il fresco della notte e le luci del firmamento, impegnati in una fitta conversazione sulla bellezza dell’Italia e sulle innumerevoli attrazioni degne di essere visitate. Il più loquace della compagnia era Alessio, il ragazzo di Eleonora, appassionato di storia dell’arte ed esperto di itinerari turistici; dopo averci parlato per tutta la sera Mark si era fatta l’idea di un ragazzo intelligente e perfino simpatico: quasi gli dispiaceva di desiderare così tanto la sua ragazza!
Eleonora e Cristina, sedute di fronte, partecipavano confermando le parole di Alessio e rispondendo ai dubbi di Mark, ma in realtà erano troppo prese la prima a flirtare di nascosto con Mark l’altra dalle sue fantasie per essere parte effettiva della conversazione. La situazione che si era venuta a creare era così paradossalmente assurda che Mark faticava a credere che fosse reale.
«Alessio, conosci bene questo locale?» Interruppe improvvisamente Cristina.
«Certo! Ci vengo spesso!» Annuì il ragazzo.
«Che ne diresti di mostrarmi il bagno delle Signore!?»
«È semplicissimo!» Rispose lui. «Segui le scale e poi gira a sinistra. Non puoi sbagliare!»
«Ti dispiacerebbe accompagnarmi?» Mentre lo diceva si era alzata in piedi e lo aveva preso per un braccio. «In questi posti non si sa mai chi si incontra!»
«D’accordo!» Si sollevò dal divano e si allontanarono insieme in direzione delle scale. Poco prima di scomparire dal loro raggio visivo Cristina lanciò un’occhiata carica di significati all’indirizzo di Mark, poi guardò languidamente l’altra ragazza ed emise un sospiro sommesso.
«Certo che è strana la tua amica.» Esordì Eleonora dopo qualche attimo di silenzio. «Questa mattina alla villa pensavo mi odiasse, stasera invece sembrava quasi mi stesse corteggiando.» Mentre parlava si era spostata seguendo il bordo del divano in modo da ritrovarsi accanto a Mark. Accavallò le belle gambe abbronzate lasciando che la gonna salisse di parecchi centimetri e appoggiò il braccio destro alla spalliera. «Hai impegni domani?» Chiese sporgendosi col busto in avanti in modo da permettergli di sbirciare nella scollatura della camicetta bianca.
«No, credo di no!»
«Perfetto! Allora passo da te per le dieci; voglio controllare che alla villa tutto sia a posto.»
«Sei molto gentile a preoccuparti ma non vorrei disturbarti oltre. Sono sicuro che tutto è stato fatto per il meglio e poi se dovessi avere qualche problema posso sempre chiedere a Maria no?!»
«Certo, ma preferisco controllare di persona. E poi, mi piacerebbe continuare da dove siamo stati interrotti stamane in piscina…» mentre parlava con la mano destra aveva cominciato ad accarezzarlo, prima sulla spalla, poi sul collo e poi più su. Ora le sue dita affondavano negli splendidi capelli lisci e si muovevano lentamente, descrivendo piccole orbite circolari poco sopra la nuca.
Mark sentì un brivido partire dalla base del cranio e percorrere tutta la spina dorsale. Chiuse gli occhi e si rilassò sotto le carezze della ragazza: la sensazione era così piacevole che si sarebbe addormentato se lei non gli si fosse messa a cavalcioni sull’inguine.
Sentì la lingua sfiorargli le labbra e non oppose alcuna resistenza, lasciandola libera di prendere l’iniziativa e di esplorare a suo piacimento. Quando sentì le labbra umide premere con dolcezza contro le sue rispose con altrettanta dolcezza, godendosi l’intensa sensazione vellutata che proveniva da quelle labbra carnose.
Si concentrò sul respiro di lei che si faceva via via sempre più affannoso e sul battito del suo cuore, all’inizio quasi impercettibile, poi sempre più forte col crescere dell’eccitazione. Si rilassò ancora di più sotto le carezze della ragazza che continuava a giocare con i suoi capelli e si chiese dove sarebbero arrivati, fino a che punto si sarebbe spinta lei e soprattutto quando sarebbero tornati gli altri due.
Ad un tratto, come se lei gli avesse letto nel pensiero, si alzò di scatto e si mise a sedere al suo fianco, sistemandosi la gonna oramai salita all’altezza dell’inguine e la camicia che aveva un paio di bottoni di troppo slacciati all’altezza del seno.
Guardò Mark con gli occhi colmi di desiderio e delusione; desiderio di stringere forte quel bel corpo muscoloso, di fare l’amore con lui e poi di giacere languida fra le sue braccia, delusione per la consapevolezza che non avrebbe potuto essere “per sempre” ma forse solo per poche ore. Lo aiutò a ripulirsi delle lievi tracce di rossetto che gli impiastricciavano la faccia, sorridendo divertita ogni volta che notava una macchiolina rossa sul bel viso dai lineamenti dolci.
«Forse è meglio continuare domani…» disse mentre sistemava i capelli che poco prima si era divertita a disordinare.
«Credo sia meglio!» Ribatté lui sorridendo.
«Fatti trovare solo e non prendere appuntamenti per il pomeriggio: ti voglio tutto per me!»
«Cercherò di fare il possibile, ma non sarà facile liberarsi di Cristina; specie
da quando ti ha messo gli occhi addosso!»
Pronunciò le ultime parole trattenendo il fiato come in apnea. Già una volta era stato a letto con due ragazze, ma allora era stata una faccenda del tutto differente: erano state loro due a proporglielo, lui si era limitato ad accettare cercando di non lasciar trasparire troppo il suo entusiasmo. Ora cercava di convincere una ragazza che conosceva appena e che per giunta sembrava molto presa da lui a considerare l’idea di un rapporto a tre e la cosa peggiore era che a mente fredda una proposta del genere, fatta in quelle particolari circostanze, sembrava quasi una specie di ricatto: “se vuoi venire a letto con me devi farlo anche con lei”.
Restò in silenzio cercando di captare qualcosa dal suo sguardo, un indizio, una sensazione, ma niente sembrava trasparire dagli splendidi occhi verdi della ragazza. Poteva solo sperare che non fraintendesse le sue intenzioni e non lo mandasse al diavolo.
«Accidenti!» Esclamò lei dopo un tempo che parve infinito. «Credi davvero che la tua amica si sia invaghita di me? Ecco perché è tutta la sera che mi fissa in modo strano! Eppure, pensavo che voi due foste amanti. Stamattina prima di andar via vi ho visto… in piscina… e mi sembrava che…» le ultime parole erano cariche di imbarazzo: non voleva dirgli che aveva spiato mentre facevano l’amore e che vederli nudi e abbracciati nell’acqua l’aveva eccitata molto, ma proprio per questo non riusciva a credere che lei fosse omosessuale.
«Stamattina, in piscina, mentre ci spiavi da dietro il gazebo, abbiamo fatto l’amore; non ti sei sbagliata!» Rispose lui con tono asciutto.
«Tu ti sei accorto che stavo osservando?»
«Sì e se proprio lo vuoi sapere mentre lo facevamo lei mi ha confessato che le sarebbe piaciuto che ci fosse stato qualcuno a osservarci di nascosto, magari dal giardino di casa sua.»
«E tu non le hai detto che io ero dietro il gazebo?»
«No! Poco dopo mi ha detto che le piaci molto, che trova il tuo corpo veramente attraente e che, cito testualmente, gli piacerebbe cogliere il tuo piacere. Mi ha chiesto di parlartene perché pensava che fossimo intimi.»
«Scusami ma continuo a non capire. Lei è stata con te pur essendo lesbica?»
«Non è lesbica; credo sia bisessuale e a onor del vero è difficile resistere alla tentazione del tuo corpo. Sei molto bella, dico davvero, e inoltre sei sexy, intelligente e spiritosa. È molto difficile che qualcuno non resti affascinato da te!»
«Se continui così mi farai diventare tutta rossa!»
«Scommetto che quando arrossisci diventi ancora più bella. Scherzi a parte: che cosa pensi di Cristina?»
«È una ragazza obiettivamente molto bella e mentirei se ti dicessi che non mi piace. Ma in questo momento sono presa da un’altra persona…»
Lasciò il discorso a metà perché intanto due volti familiari erano apparsi dalle scale e avanzavano velocemente in loro direzione. In realtà il tempismo dei due era stato davvero perfetto perché la conversazione era entrata in un terreno piuttosto spinoso ed entrambi erano piuttosto imbarazzati.
Eleonora non aveva avuto il coraggio di confessare che anche lei aveva trovato Cristina piuttosto attraente e che gli sguardi che le aveva rivolto per tutta la sera le avevano suscitato un certo turbamento; ma soprattutto si era sentita a disagio quando aveva appreso che Mark si era accorto di lei che spiava mentre facevano l’amore. Si era sentita colpevole come una bambina sorpresa a rubare le caramelle e si era vergognata per il piacere che aveva provato nel vedere quella scena. Mark non lo poteva sapere, questo era certo, ma forse lo immaginava e questo la faceva sentire terribilmente imbarazzata.
Del resto, si trattava di una situazione nuova anche per lei: non le era mai capitato di eccitarsi in quel modo alla vista di due che facevano l’amore. All’inizio era rimasta a spiare spinta da una curiosità quasi morbosa; ben presto si era sentita bagnare fra le cosce e non aveva resistito alla tentazione di portarsi una mano sull’inguine per controllare lo stato di umidità della sua fica. Con lo sguardo incollato sui due corpi che si intrecciavano nell’acqua aveva spinto col polso sul monte di Venere mentre con l’indice spostava le grandi labbra per cercare sollievo all’eccitamento che quello spettacolo le aveva provocato.
Aveva sentito il clitoride indurirsi e rizzarsi come un minuscolo pene mentre spingeva il dito in fondo alla ricerca del bottoncino magico che pulsava ansioso di essere strapazzato. Si era sentita molto lubrificata e ben presto aveva spinto dentro un secondo dito e poi un terzo, movendo la mano in perfetta sincronia con le spinte di lui nel corpo della sua amante. Aveva aumentato il ritmo contemporaneamente a quello della coppia, penetrandosi con particolare profondità quando aveva avuto l’impressione che lui stesse per venire. Ed effettivamente era venuta mentre lui assestava una spinta profonda e particolarmente ampia e poi si fermava di colpo. Contemporaneamente, con una sorta di gemito liberatorio, era venuta anche Cristina, trasformandolo così in un triplice orgasmo. Era tornata a casa ed era saltata sul suo fidanzato senza però raccontare nulla sull’origine della sua passione travolgente.
Dall’altra parte Mark si sentiva in una situazione difficile e in una posizione molto delicata. Eleonora era molto bella e desiderava ardentemente trascorrere almeno una notte con lei e godere di quel suo corpo meravigliosamente invitante, ma la fantasia che Cristina gli aveva insinuato nella mente si era fatta strada come un tarlo in un legno giovane e gli arrovellava il cervello con le immagini dei corpi di quelle due splendide creature intrecciati nelle più disparate posizione amorose.
Voleva Eleonora e questo era un punto fermo e se questo significava deludere Cristina poco importava; ma più di ogni altra cosa le voleva entrambe per veder realizzate le sue fantasie. La sua unica preoccupazione era per Cristina: non sapeva fino a che punto si sarebbe spinta e soprattutto non sapeva a che ruolo lo avrebbe relegato. Lui sarebbe stato soltanto lo strumento per arrivare alla sua vera preda o si sarebbe comportata bene e gli avrebbe lasciato prendere l’iniziativa? Visto il comportamento degli ultimi giorni propendeva più per la prima ipotesi e la cosa non gli andava proprio a genio.
«Vi siamo mancati?» Esordì Cristina mentre recuperava la sua postazione di fronte Eleonora.
«Non puoi immaginare quanto!» Fu la risposta secca di Eleonora mentre si alzava e baciava Alessio sulle labbra. «Sono davvero stanca e domani devo alzarmi presto. Che ne diresti di accompagnarmi a casa?»
«Come vuoi. Ciao Mark, spero di rivederti prima della tua partenza.»
«Sono sicuro che le occasioni non mancheranno.» Rispose lui mentre gli stringeva la mano.
Poi Alessio si rivolse a Cristina: «Noi ci rivedremo sicuramente! È stato davvero un piacere fare la tua conoscenza. Buonanotte!»
Si allontanarono tenendosi per mano mentre in Mark e Cristina, seduti sul divanetto, si agitavano pensieri e passioni diverse nella forma ma simili nella sostanza.
«Allora, cosa vi siete detti in nostra assenza?»
«Niente di particolare.» Fu la risposta piuttosto evasiva di Mark.
«Sei così pieno di rossetto che immagino non avrete trovato il tempo per fare conversazione.» Mentre finiva la frase con l’indice aveva preso a sfregare vicino all’angolo destro della bocca di lui.
«Abbiamo parlato della tua idea!»
«E lei?»
«All’inizio mi è sembrata molto confusa. Stamattina alla villa ci ha spiati mentre lo facevamo in piscina; era veramente imbarazzata mentre me lo raccontava ma anche se non lo ha detto esplicitamente credo le sia piaciuto molto. Comunque, aveva delle difficoltà a credere che tu fossi lesbica. Non è stato semplice farle capire come stanno le cose e tra l’altro non sono affatto sicuro che abbia capito. Siete arrivati proprio mentre mi stava rivelando cosa pensa di te.»
«E allora?»
«Allora ha detto che ti trova molto bella e che le piaci ma che in questo momento è presa da un’altra persona.»
«E scommetto che quest’altra persona sei tu?»
«Non lo ha detto esplicitamente, ma credo che sia così.»
«Vi siete dati appuntamento per domani?»
«Passerà dalla villa in mattinata e mi ha chiesto di non prendere impegni per il pomeriggio. Tu che ne pensi?»
«Penso che ti voglia per un po’ di sano sesso selvaggio; il suo ragazzo non mi è sembrato particolarmente esperto come amante e lei deve avere una voglia pari alla sua bellezza. Prima, in bagno, ho provato a sedurlo ma lui è rimasto impassibile.»
«Poverino! Conoscendoti lo avrai messo in tale imbarazzo da bloccare ogni sua terminazione nervosa.»
«Soprattutto quelle dell’inguine! Mentre ci baciavamo l’ho accarezzato più
volte, prima con dolcezza, poi con passione, infine anche con un po’ di energia, nella speranza che si smuovesse dal suo torpore, ma non c’è stato nulla da fare: continuava a rimargli molle come un mollusco.»
«Forse non si sentiva a suo agio!? Magari il fatto che la sua ragazza fosse a pochi passi lo inibiva!? O forse è il tipo che si imbarazza se ci sono altre persone!?»
«Secondo me è impotente.»
«Non credo. Magari non sarà una bomba a letto e come amante farà pena, ma non credo che sia impotente.»
«Comunque se anche lo fosse…e non è detto che lo sia…la sua ragazza non sembra soffrirne molto.»
«Che vuoi dire?»
«Che ha trovato un’alternativa molto valida.» Lo baciò piano sul collo, appena dietro il lobo destro e per la seconda volta nell’arco della sera Mark sentì un brivido scuotergli la spina dorsale. «Che ne dici, passiamo la notte insieme?»
«Sono a sua disposizione mia bella Signora.» Si alzò in piedi e la sollevò di colpo tenendola fra le braccia muscolose, girando in tondo al ritmo della musica che arrivava dalla pista al piano di sotto.
Il sorriso di Cristina mentre si teneva forte stringendo le braccia attorno al collo del ragazzo, libero e spontaneo come tutto in lei, contagiò Mark istantaneamente e entrambi si ritrovarono a ridere di gusto mentre si baciavano fra una piccola folla di curiosi attirata da quella coppia che aveva l’aria di divertirsi tanto.
Terminarono la serata a casa di lui, facendo l’amore e bevendo champagne fino all’alba, quando esausti caddero addormentanti sul grande lettone della camera matrimoniale. Era stata una fortuna che la camera fosse stata pulita e sistemata: era da più di un mese che Mark non si concedeva un vero riposo e anche se per natura era abituato a dormire poco sentiva la mancanza di un sonno ristoratore.
Alle dieci della mattina dopo Mark era in piscina, intento a completare la dodicesima vasca; arrivò alla fine e si arrestò sostenendosi con una mano sul bordo. La fatica di uno sforzo continuato gli aveva liberato la mente e finalmente riusciva a comprendere con maggiore chiarezza quali erano le sue sensazioni.
Aveva dormito bene, cullato da un dolce abbraccio post orgasmico e rasserenato dal respiro calmo e regolare di Cristina che dormiva al suo fianco. Il risveglio non era stato come aveva previsto; alle otto di mattina ogni fibra del suo corpo si contorceva per effetto della tensione e subito dopo era stato costretto ad alzarsi sia per non svegliare la sua compagna sia perché gli riusciva insopportabile rimanere disteso.
Il bisogno di distrarsi lo aveva portato sul retro della casa, sul bordo della piscina olimpionica e lì aveva capito, come in una sorta di ispirazione, che il modo migliore per rilassarsi un po’ era concentrarsi su qualcosa che non avesse niente a che fare con i suoi problemi.
Si era spogliato cercando di focalizzare la mente sui gesti da compiere una volta in acqua, si era riscaldato allungandosi e respirando a fondo e lentamente, infine si era tuffato nudo e aveva cominciato a nuotare in direzione del bordo opposto con la mente che si andava via via svuotando.
Alzò gli occhi e vide Cristina, avvolta in un accappatoio bianco con lo stemma di famiglia ricamato sul taschino, che lo fissava sorridendo e reggendo una grossa tazza azzurra. Era la seconda volta che Mark aveva modo di vederla al mattino, senza trucco, con gli occhi ancora assonnati e le belle labbra imbronciate da un risveglio che sembrava sempre troppo acerbo e anche stavolta ebbe l’impressione che fosse ancora più bella e affascinante della sera precedente.
«Ha dormito bene, mia dea?»
«Quando dormo con te sempre!»
Continuava a sorridere, mettendo in mostra una fila di splendidi denti bianchi, mentre allungava il braccio che sosteneva la tazza in direzione di Mark. Lui si appoggiò saldamente al bordo della vasca anche con la seconda mano e si tirò a sedere compiendo una mezza torsione del busto con un gesto coordinato ed elegante.
Prese la tazza dalla mano della ragazza e osservò il contenuto all’interno: era caffè e vista la quantità dubitò che potesse essere caffè italiano. Ne bevve una lunga sorsata e si rilassò gustando quella che era la sua miscela preferita, preparata tra l’altro in maniera eccezionale.
Cristina intanto si era seduta al suo fianco, aveva immerso i piedi nell’acqua fresca della piscina e lo fissava incuriosita mordicchiandosi il labbro inferiore.
«E questo da dove viene?» Chiese Mark dopo una seconda sorsata.
«Mi sono informata» rispose lei allargando le labbra in un sorriso radioso «e mi hanno indicato questa particolare miscela come la tua preferita. Il difficile è stato trovare un corriere che me la consegnasse in ventiquattro ore, ma con un po’ di pazienza e molti soldi si può fare tutto. Per la macchinetta è stato più facile: mi è bastato fare un salto in un negozio di elettrodomestici.»
«E posso chiedere come mai tanto disturbo?»
«Primo perché ho visto la faccia che hai fatto l’altra mattina quando hai bevuto il caffè da me, poi perché mi piaceva l’idea di fare qualcosa di speciale per te!»
«Ti piaceva l’idea?»
«Insomma, volevo fare qualcosa che ti facesse sentire più a casa e che soprattutto ti facesse capire quanto mi piaci e quanto tengo te… e a noi.»
«Non immaginavo tu pensassi a un “noi”?»
«E infatti non lo pensavo fino a quando ieri sera non mi hai raccontato del tuo impegno con Eleonora per questo pomeriggio e non ho realizzato di essere folle di gelosia.»
«Tutto mi sarei aspettato tranne che tu fossi gelosa!»
«Non prendermi in giro per favore! Di solito non lo sono ma tendo ad essere possessiva con le cose che ho paura di perdere e in questo momento ha una paura matta di perdere te. Era da tanto tempo che non mi sentivo così bene ed è tutto merito tuo.»
«L’idea di corteggiare Eleonora è stata tua! Anzi, mi sembrava d’aver capito che tu la desiderassi più di me.»
«Non lo nego; ma una cosa è saperti a letto con lei, ed è un pensiero che mi fa diventare furiosa, altra cosa è essere lì con te. In un certo senso, se siamo insieme, è come se ci dividessimo la ragazza e questo mi permette di controllare e gestire meglio la situazione. E mi fa sentire più sicura!»
«Allora faremo come vuoi tu! In fondo siamo una coppia e dove va uno ci deve essere anche l’altra.»
«Dici davvero?»
«Certo!»
«Volevo dire: che siamo una coppia, dici davvero?»
«Sei una ragazza splendida, intelligente, simpatica e spiritosa; insomma mi piaci molto, e sarei un pazzo a non voler stare con te.»
«E così ti piaccio molto!?» si avvicinò ancora un po’ in modo da poter appoggiare la testa sulla spalla di lui.
«Proprio così!»
«Molto soltanto?»
«Moltissimo!»
«E niente altro?»
«Se ti rivelassi quello che provo realmente per te ho paura che poi approfitteresti della situazione. Quindi per il momento è meglio lasciare le cose come stanno. Piuttosto, pensiamo all’oggetto dei nostri desideri; sono quasi del dieci, e lei sarà qui tra poco. Cosa vogliamo fare?»
«Pensaci tu! A me basta sapere che provi qualcosa per me, anche se preferisci non dire cosa esattamente. Anzi, mi piace questa incertezza, questa sorta di mistero: è molto elettrizzante.»
Si voltò di lato alla ricerca delle sue labbra e lo baciò a lungo, delicatamente, sfiorandolo di tanto in tanto in tanto con la punta della lingua. Il contatto con quelle belle labbra morbide e carnose le provocò un brivido di eccitamento diverso da quello che provava di solito quando si sentiva pronta a un rapporto con un uomo. Era una sensazione nuova, mai provata prima e proprio per questo bella e straordinariamente intensa. Lei si concentrò su quello che il suo corpo le comunicava e lasciò che il resto venisse da solo, spontaneamente.
Quando si staccarono i loro sguardi si incrociarono per un lungo, lunghissimo istante e dalla luce negli splendidi occhi azzurri di lui lei si accorse di quello che fino a un momento prima non era riuscita a capire. Quel ragazzo, leale e appassionato in ogni sua espressione sembrava sinceramente innamorato di lei e questo la faceva sentire al settimo cielo.
«Vado a fare la doccia. Se fai il bravo e stasera mi offri la cena ti permetto di spiare mentre mi insapono sotto il getto dell’acqua. Ti piace l’idea?»
«Molto; ma non posso prometterti che resterò buono a guardarti!»
«E invece te ne starai buono! Se proprio ti va puoi masturbarti mentre mi guardi.»
«Odio la masturbazione: è un fatto talmente noioso!»
«Per voi uomini duri e insensibili forse è così, ma ti assicuro che per una donna la masturbazione è qualcosa di talmente tanto intimo e bello che in alcuni casi supera di gran lunga il rapporto consumato con un amante mediocre. E poi non scordare che le donne hanno una fantasia più accesa di quella degli uomini e spesso sublimano nella masturbazione le avventure che non possono o non voglio vivere nella realtà. Senza contare poi che col declino del maschio per molte la masturbazione rappresenta l’unico modo per avere un orgasmo decente.»
«Ne parli come di una cosa indispensabile e invece sono molte le donne che si sentono soddisfatte dai loro partner e non fanno ricorso alla masturbazione per avere un orgasmo. Secondo me è solo un palliativo, per persone molto sole o molto vogliose.»
«Posso essere d’accordo con te sulla seconda affermazione; del resto a me piacerebbe poter fare sesso in ogni momento della giornata e quanto non è possibile avere un uomo all’altezza della situazione preferisco soddisfarmi da sola, ma ti sbagli se pensi che ci siano donne che non hanno mai praticato l’autoerotismo. Del resto, come dovremmo fare a istruire i nostri partner su quello che ci piace o no?! Per un uomo è semplice: basta prendere il suo membro e andare ritmicamente su e giù fino a quando non eiacula. L’organo di riproduzione femminile è molto più complesso e raffinato, varia notevolmente da soggetto a soggetto e richiede una conoscenza veramente approfondita per essere usato al meglio delle sue possibilità.»
«E come lo spieghi che fra me e te non c’è stato bisogno di istruzioni per l’uso ma tutto è filato subito liscio?!»
«In primis perché tu non sei un angioletto e anche se molto giovane avrai certamente avuto tante di quelle donne da vantare l’esperienza di un veterano; sai dove e soprattutto come toccare un corpo femminile e poi quando fai l’amore sei particolarmente attento a quelle che sono le reazioni della tua compagna. In pratica sei una specie di amante ideale, perché contrariamente agli altri uomini, non ti interessa godere e poi addormentarti e sognare una modella o la cassiera del supermercato che ti piace tanto; a te piace più donare piacere che riceverne. Poi perché fra noi due c’è un’alchimia unica e irripetibile.»
«Comunque tu la metta non riuscirai a farmi cambiare idea!»
«Ok! Allora facciamo così: io ora andrò a fare la doccia e con ogni probabilità, dopo essermi insaponata per bene mi masturberò col getto del tuo bel telefono nichelato. Se vuoi puoi stare lì a guardare, ma qualsiasi cosa tu possa dire o fare ti prometto che non riuscirai a convincermi a fare sesso con te per tutta la giornata. Tuttavia, se tu ammettessi di aver sbagliato e ti facessi una sega di fronte a me, potrei cambiare idea e ritornare sulla mia decisione. A questo punto tutto dipende dalla tua forza di volontà; pensi di poter rinunciare al sesso per ventiquattro ore?»
«Non sono un maniaco e che tu ci creda o no ho passato periodi molto più lunghi senza una donna.»
«Di questo ne sono sicura, ma non hai considerato la tentazione!»
Si mise in piedi e si allontanò di un passo dal bordo della piscina; quindi slacciò la cintura che sosteneva l’accappatoio e lasciò che questo scivolasse a terra. Il contatto dell’aria fresca con la pelle la fece rabbrividire e prontamente i capezzoli scattarono sull’attenti come piccole sentinelle a presidio di quel seno grosso e sodo che aveva già fatto perdere la testa a molti uomini.
Anche Mark si sollevò, più per imitazione che per altro, incapace di distogliere lo sguardo da quel corpo straordinario. Guardava i fianchi tondeggianti ed armonici, le belle gambe abbronzate e toniche, gli addominali perfetti, scolpiti e ben delineati, le braccia leggermente muscolose ma molto femminili e il seno sodo e abbondante che ondeggiava dolcemente a ogni suo movimento. Restò immobile ad osservarla mentre si accarezzava piano, sul ventre e sul seno e rimase molto eccitato dagli sguardi lascivi e dalla lingua sensuale che di tanto in tanto si passava lentamente sulle labbra. Poi lei si portò una mano all’altezza del pube e spinse l’indice all’interno della vagina umida che si aprì prontamente senza opporre alcuna resistenza. Per qualche secondo il movimento della mano fu lento e costante, mentre negli occhi lampeggiava non solo un acceso desiderio, ma soprattutto una passione sfrenata e una libido smisurata.
Cristina non poteva sentirsi più eccitata; di colpo la maggior parte delle sue fantasie si stavano realizzando e tutto questo grazie ad un ragazzo che sentiva di desiderare più di ogni altro nella sua vita. Il fatto di essere nuda, di masturbarsi di fronte a lui, la sfida che gli aveva lanciato e che era certa di vincere perché consapevole delle proprie doti, tutto era talmente stimolante che avrebbe voluto prendere il ragazzo che aveva di fronte e saltargli addosso per consumare i suoi piaceri. Ma pur di vincere era disposta ad aspettare. E poi l’attesa avrebbe aumentato di più la sua eccitazione e questo era ancora meglio.
Tolse il dito dalla prigione infuocata in cui l’aveva rinchiuso e lo portò alle labbra per assaporare i delicati umori del suo corpo. Riconobbe un sapore familiare che aveva già sentito sulle labbra di lui una volta che era riuscito a farla venire solo con la stimolazione orale. Allora lui aveva succhiato e mordicchiato le sue grandi labbra, aveva giocato col suo clitoride infilando la lingua esperta nella sua spacca ardente, si era occupato del suo forellino posteriore, accarezzandolo e stuzzicandolo con le dita e quando si era accorto che stava per venire le aveva infilato un dito nell’ano cogliendola di sorpresa per tempismo e delicatezza col risultato di amplificare e allungare il suo orgasmo.
Mentre annusava e assaporava gli intensi effluvi trasferiti sul suo dito riviveva ogni sensazione provata quel giorno, con la stessa lucidità e intensità della prima volta. Dopo poco si sentì scossa da un tremito conosciuto e venne in piedi, sotto gli occhi del suo amato che la guardava affascinata.
Per Mark era stata un’esperienza unica e straordinaria. Cristina era riuscita a provocarsi un orgasmo con una sorta di masturbazione mentale attivata dai sensi, in quel caso dall’olfatto e dal gusto, e amplificata dalla mente. Avrebbe voluto che lei lo avesse reso partecipe dei propri pensieri raccontando le fantasie che avevano scatenato la sua passione, ma era rimasto paralizzato, incapace non solo di muoversi ma anche di parlare.
Quando lei si riprese dallo stato catartico successivo all’orgasmo si rese conto della curiosità e del desiderio che si agitavano violenti nell’animo del suo giovane amante e soprattutto si accorse della violenta erezione che lui aveva fra le gambe.
Si avvicinò di qualche passo, fermandosi ad una distanza tale da poter afferrare quel grosso cazzo con la mano, ma badando a non essere facile preda delle sue bramosie. Prese il lungo arnese e cominciò ad allentare la sua tensione con movimenti lenti e profondi. Ogni volta che scendeva la sua cappella gonfia e paonazza la fissava minacciosa come sul punto di esplodere.
Si avvicinò ancora, stavolta così vicina da passarsi il pene sul ventre, e vide un’espressione estatica sul suo volto mentre si divertiva a farlo rotolare sulla pancia e vicino ai seni. Sorrise soddisfatta e si staccò di colpo da lui, lasciandolo con il cazzo duro e un misto di delusione e sorpresa stampati sul volto.
«Come vedi è possibile trarre notevole sollievo dalla masturbazione. Ora continua da solo se ti va!»
Raccolse l’accappatoio da terra e si allontanò veloce in direzione della casa, agitando fiera e divertita il suo culetto impertinente.